Flesh and False Gods: la nuova serie New Adult di Chloe Gong

 


Innanzitutto ringrazio TBR And Beyond Tours, Netgalley e Saga Press per l'opportunità di leggere e recensire in anticipo Vilest Things: un libro che aspettavo scritto da una delle mie autrici preferite.





Ok, siamo sinceri: questo libro, questa serie, è piuttosto lontano dalla mia comfort zone e dai miei gusti. Infatti non sono un'amante dei distopici (soprattutto se simili ad Hunger Games che non sono mai riuscita a finire e non mi è mai interessato andare oltre al primo capitolo della serie) e il New Adult non è il target che di solito prediligo. Onestamente, ho iniziato Flesh and False Gods solo perché l'ha scritto Chloe Gong, autrice che ho scoperto e amato grazie a These Violent Delights. 


Mi sono quindi approciata alla lettura di Immortal Longings sapendo che c'era una buona probabilità che non mi sarebbe piaciuto viste le premesse. Tuttavia sono rimasta piacevolmente sorpresa: non è diventato uno dei miei libri preferiti in assoluto e continuo a preferire di gran lunga la serie Secret Shanghai ma Chloe Gong è riuscita a farmi leggere ed apprezzare anche questo genere.


Dopo un inizio difficoltoso e lento per me (in parte anche a causa del blocco del lettore) che mi ha fatto procedere con molta lentezza nella lettura del libro, ad un certo punto mi sono ritrovata intrigata e interessata alla storia e ai personaggi.

La storia, anche se per me ha fatto fatica ad ingranare all'inizio, è poi incalzante e con quei due o tre colpi di scena imprevedibili e ben piazzati durante lo svolgimento della vicenda che sorprendono il giusto e al contempo invogliano la lettura. E ovviamente il finale, come sempre direi, rimane scolpito nel cervello e lascia il desiderio di leggere il secondo libro il più presto possibile.


Il punto forte di questa autrice per me rimane comunque il suo stile: descrittivo, attento ai particolari ma anche vivace e incalzante se la situazione la richiede. Anche questa serie, come Queste Gioie Violente e Foul Lady Fortune, prende le mosse da un'opera shakespeariana: Antonio e Cleopatra che conosco solo per sommi capi ma che l'autrice riesce a fare sua attraverso un perfetto bilanciamento tra innovazione personale e ispirazione.





Il secondo volume riprende proprio da dove la storia si era interrotta nel primo, con quel finale sorprendente e da batticuore.

Ma la prima cosa che salta all'occhio e di cui ci si accorge dopo aver letto pochi capitoli, è che in Vilest Things il mondo creato in Immortal Longings si allarga: usciamo dalle città gemelle di San-Er ed esploriamo le Province di Talin, molto diverse dalla capitale, e infatti in questo volume è presente anche una mappa del mondo creato, primo libro di Chloe Gong ad averla.


Ma c'è molto di più: perché oltre all'aspetto geografico c'è un approfondimento della componente magico-sovrannaturale. Se in Immortal Longings abbiamo imparato le basi del sistema magico di questa trilogia e i "salti" da un corpo a un altro, in Vilest Things si esplorano tutte le possibilità e i limiti (reali o presunti) che saltare da un corpo all'altro comporta. E contemporaneamente l'autrice riesce ad inserire una riflessione sull'identità e sull'individualità, tema che a mio parere permea un po' tutto il libro e i cui semi sono stati piantati nel libro precedente. In particolare questo tema è caro e coinvolge in special modo i due protagonisti Anton e Calla, e li coinvolge in modi e sensi diversi e trovo interessante come questa questione sia affrontata in maniera differente attraverso questi due personaggi.


A differenza di Immortal Longings però, trovo che Vilest Things sia un libro più corale, di più ampio respiro e che coinvolga molto di più gli altri personaggi e ne introduce di nuovi. Infatti, anche se i punti di vista scelti per narrare lo svolgersi della vicenda rimangono quelli di Anton e Calla, in questo libro vediamo anche dei capitoli dal punto di vista di August, Galipei e Yilas, tutti personaggi già noti e visti in Immortal Longings che però hanno più spazio in questo seguito (per esempio August che pure aveva già avuto dei capitoli dal suo punto di vista, qui emerge di più) e ciò ci permette di conoscerli di più e avere una più ampia prospettiva del mondo e della storia.


Ovviamente non mancano colpi di scena, che Chloe ama infilare uno dietro l'altro quando meno te lo aspetti, e come per Immortal Longings anche il finale di Vilest Things è sorprendente e lascia con il travolgente desiderio di poter leggere subito il seguito. Infatti, anch'io non vedo l'ora di poter leggere il terzo e conclusivo capitolo di questa trilogia, non solo per scoprire "come va a finire" ma anche per trovare le risposte a molte domande e quesiti che sorgono leggendo questo libro, soprattutto inerenti l'elemento fantastico.

Per riassumere posso dire in generale che questo secondo libro mi è piaciuto più del primo e sono contenta di essermi fidata di questa autrice ancora una volta.


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