The Last Dragon of the East - recensione
Titolo: The Last Dragon of the East
Autore: Katrina Kwan
Editore: Saga Press
Data di pubblicazione: 8 ottobre 2024
Il mio voto: 3.5/5
Trama:
Inspired by Chinese myths of ancient dragon gods and threads of fate, Katrina Kwan’s dazzling fantasy debut is an adventure perfect for fans of Sue Lynn Tan and Hannah Whitten.
At the spry young age of twenty-five, Sai has led a quiet life, keeping the family teahouse up and running—even if that means ignoring the past-due notices—and taking care of his ailing mother. But he has a not-so-secret gift that he’s parlayed into a side career: he was born with the ability see the red threads of fate between soulmates, which lends itself nicely to matchmaking. Sai has thus far been content not to follow his own thread, the only one he’s ever seen that’s gray and fraying.
But Sai’s ordinary existence is about to be turned upside-down by a pair of shining dragon scales. When his mother’s doctor sells them to him, claiming them as a miracle cure, Sai is pretty sure he’s being scammed. When the medicine actually works—and the terrifying, ruthless emperor catches wind—Sai is thrust into the search for a dragon long thought extinct that will lead him into the throes of a brewing war and deep into foreign lands, facing down challenges both magical and mortal on an unexpected adventure. And for the very first time, as his own thread of fate begins to move, he may be able to solve the mystery of his Fated One on the other end of the line.
Ringrazio Netgalley per avermi fornito una copia digitale in cambio di una mia onesta opinione sul libro.
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Ero molto contenta di poter leggere questo libro perché ne avevo sentito parlare bene e mi interessava, tuttavia sono rimasta un po' delusa perché pensavo (e speravo) mi sarebbe piaciuto di più.
Non posso dire che si tratti di un libro non nelle mie corde, anzi, è un fantasy che prende spunto dal mite e leggende asiatiche, cinesi in particolare, con anche una dolce storia d'amore, eppure non mi ha soddisfatta. Mi è sicuramente piaciuto come l'autrice ha intessuto la leggenda del filo rosso e altre storie della mitologia cinese con una trama originale e la scrittura è sicuramente scorrevole e la storia di lettura veloce.
In generale però ho trovato il libro nella media, carino sì ma nulla di straordinario, quasi ingenuo a tratti e mi rendo conto che non mi ha mai davvero preso, nonostante abbia trovato la parte finale più interessante e avvincente anche se prevedibile in alcuni punti.
La scelta meno vincente secondo me è stato usare il punto di vista maschile perché purtroppo non mi ha convinto per nulla, per esempio ho trovato la descrizione dei pensieri di Sai poco realistica e a volte mi sembrava più un personaggio femminile.
Per quanto riguarda i personaggi, devo dire che non sono riuscita ad affezionarmi particolarmente, li ho trovati tutti abbozzati, non completamente caratterizzati.
Quello più riuscito, stranamente, per me è il cattivo della storia, ma soffre dello stesso problema degli altri, anche lui è ben poco approfondito.
Detto ciò è un libro che consiglierei? Sì, ma solo come lettura carina a chi è interessato al folklore orientale, non lo metterei nella categoria "libro da consigliare assolutamente".
Per quanto riguarda l'inglese, nonostante sia un New Adult, non ho trovato particolari difficoltà nella lettura anche se tendenzialmente si fa uso di un lessico un po' più ricercato, la struttura sintattica però rimane lineare. Non lo consiglierei comunque come primo approccio alla lettura in lingua però, ma più come step successivo a per cimentarsi in qualcosa di più impegnativo senza esagerare.
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