Legend di Stephanie Garber - recensione

Abbiamo già avuto l'opportunità di parlarvi di questa saga, Caraval, ora abbiamo deciso di recensire il suo seguito, Legend. 

Jules:Legendary( o per gli italiani Legend) è un libro particolare. È un libro che mi ha tenuto incollata fino alla fine ma ha anche grossi problemi. Merita cinque stelle ma vorrei darne anche una per tutto il potenziale sprecato (che crimine!).
L'aspetto più interessante è l'incapacità per il lettore di distinguere il vero dalla finzione.
"Ricorda è soltanto un gioco"



Nel primo libro siamo stati convinti a non credere a ciò che vedevamo, e pensavamo di riuscire a distinguere la realtà, ma come Scarlett siamo caduti nella trappola (non immaginate quanto).
"Sebbene le notti di Caraval sembrino speciali, le prossime cinque saranno molto reali."
La parola "reale" in questo libro sostituisce "gioco" e a questo punto non sappiamo come comportarci. è soltanto un'altra recita o è la realtà? In ogni momento, da quello più insignificante a quello più importante, Tella, e noi con lei, continua a porsi questa domanda.
Questo è l'elemento del libro che mi è piaciuto di più, perchè l'autrice ci fa davvero immergere in Caraval, in quel mix di fantasia e sogni e incubi e confusione.


Tella si domandò se i suoi giochi avessero mai fine, o se il suo mondo fosse un incessante intreccio di realtà e fantasia, dove chiunque entrasse restava per sempre sospeso in un limbo.

Ma questo pone un interrogativo davvero interessante, che riguarda tanto Caraval tanto la vita di tutti i giorni. Possono tutte le recite rendere meno "concreti" i nostri sentimenti? Per esempio, quello che il lettore prova leggendo, è fittizio? Dante a questo proposito è piuttosto franco.


«Cosa rende una cosa reale, Tella?» Dante infilò un dito nella corda che le cingeva la vita. «Vedere qualcosa lo rende reale?» Attirò Tella a sé per farsi guardare in faccia. «Sentire qualcosa lo rende reale?» La sua voce si fece più profonda. «E il contatto, è sufficiente a rendere reale qualcosa?»
A parte questo, l'altro elemento forte del libro è Legend. Caraval è un worldbilding magnifico ma senza il suo creatore perderebbe fascino. Legend è geniale. Credo che la stessa autrice non si sia resa conto di cosa abbia creato, perchè oltre a Dante è l'unica caratterizzazione che dalla prima pagina fino all'ultima è coerente e interessante. ( quindi ho timore che anche Legend verrà banalizzato in Finale). Parlerò della mia ossessione per lui alla fine della recensione nella parte spoiler, mentre ora mi concentrerò sugli altri personaggi.
Mi hanno tutti deluso. Inizio con Scarlett e Julian poichè sono stati i protagonisti del capitolo precedente. Julian è improvvisamente diventato immaturo e scialbo mentre a un certo punto Scarlett diventa talmente stupida che alcune sue scelte sono semplicemente no comment.
La mia reazione per la scelta finale di Scarlett è stata questa:



(Sul serio Scar, cosa ti sei fumata?)Tella d'altro canto è un grosso no. Lei è l'ennesima conferma che c'è un problema di fondo nella carraterizzazione delle eroine femminili negli ya degli ultimi anni. Cioè gli autori voglio creare un modello femminile badass in cui possano riconoscersi tutte, ma finiscono per esagerare e creano una caricatura.
Tella si ritiene furba, intelligente e forte,ed è per questo che si fa fregare da tutti, è impulsiva e spericolata al punto dal rasentare il ridicolo, e soprattutto riesce ad andare avanti con il gioco solo quando gli altri gli spiegano cosa fare. 
C'è una nuova new entry che fa da Villain ed era dannatamente interessante e poteva dare quel tocco in più alla storia ma no, sul finale cade nel banale.



Dante è l'aria fresca di questo libro, dolce, irriverente e dannatamente malizioso. L'unico che ho stramato in questo libro ( a parte il mio Dio Legend). Le interazioni tra i vari personaggi sono state minime, se non contiamo quelle tra Tella e Dante, ma questo è un problema che riguarda l'intera saga. Di certo sarebbe stato il caso aggiungere maggiori interazioni tra le sorelle e tra Dante e Julian.

L'altro elemento che mi ha spinto ad odiare il libro, è la forte distanza che intercorre con il primo. Caraval è magia, aventura e trovare se stessi. Legend invece è dark, pericolo e salvare il mondo. C'è quindi un cambiamento radicale nei toni e nella trama di fondo e questo non l'ho apprezzato. Il primo libro sfigura diventando quasi "frivolo" rispetto al secondo.

E poi c'è Legend che come vi ho anticipato è la perla di questo libro. 

Iniziano gli spoiler (compresi sul finale)

Chi è davvero Legend? Secondo me abbiamo avuto davvero l'opportunita di conoscerlo e capirlo. 
"Caraval può anche darti l’impressione di una colossale menzogna, ma è la mia vita… la mia verità."
Julian usa queste parole per spiegare la sua vita, e secondo me vale per tutti gli attori e per Legend. Egli mostra il suo vero io, ma contemporaneamente ci spinge a vedere solo quello che lui vuole, in modo da poter tirare tutti i fili.
Tutti gli artisti di Legend ricevono un copione da seguire, un ruolo in cui immedesimarsi fino in fondo. È questo che manda avanti Caraval, non certo qualche indizio in rima.

Ciò che manda davanti davvero Caraval, non è neanche un copione, ma la capacità di Legend di capire le persone permettendogli di prevedere le improvvisazioni degli attori e le scelte dei partecipanti. E così crea storie che sono "reali" per tutti, ma che gli permettono di ottenere il finale che lui vuole.
Lui non è un villain. è un ruolo troppo riduttivo, perchè lui fa quello che è necessario per la storia e per il mondo.
Lui è un regista  e sceneggiatore che si muove come comparsa sullo sfondo, ma che marchia tutto con la sua presenza, come se fosse il protagonista.
è come un Dio ( non ha caso c'è una chiesa dedicata a lui a cui io mi unirò).


"Avevo bisogno di qualcosa di concreto."
Ma è un Dio molto stanco.
Sul finale mi è piaciuto molto, perchè per amore ha rovinato la sua storia, ma non per questo dimentica il suo ruolo. Tutti i sacrifici e i sotterfugi vengono messi da parte per salvare Tella, eppure l'attimo successivo l'abbandona.


« E anche se ti sembra il contrario, no, non sono l’eroe della tua storia.»


Anche il ruolo di eroe è troppo riduttivo.

Voto: non so che dire, ho davvero sentimenti contrastanti, ma consiglio di leggerlo.


Ophelia: 




Dopo il successo di Caraval, Stephanie Garber torna a catturare il nostro interesse con il secondo capitolo della trilogia: Legendary (in Italia con il titolo “Legend”).
Il libro, edito Rizzoli, è sicuramente un richiamo allo spirito misterioso e sensuale di Caraval, ma che questa volta vede come protagonista la sorella di Rossella (Scarlet nella versione originale), la bella e complessa Donatella Dragna.
Donatella dovrà fronteggiare enigmi intricati per giungere al premio che brama più di ogni altra cosa: la verità e per farlo dovrà scendere a compromessi che le varranno quasi la sua stessa vita. Fortunatamente – o sfortunatamente – al suo fianco avrà vecchie e nuove figure, capaci di risvegliare in lei sentimenti del tutto nuovi e contrastanti. Siamo sempre sicuri che si tratti di un gioco?

Inizio subito dando un parere generale sul libro: bello! Stephanie Garber è indubbiamente una delle mie scrittrici fantasy preferite, riesce a cogliere l’essenza delle cose, dei sentimenti che scuotono continuamente i cuori giovani e inesperti. Riportare su carta dettagliatamente le sensazioni dei personaggi è complesso, a volte può sembrare qualcosa di innaturale, lei invece ci riesce con una disinvoltura invidiabile. Nonostante inizialmente fossi amareggiata nel non vedere di nuovo Rossella e Julian come protagonisti, dopo poche pagine mi sono subito affezionata a Donatella, apparentemente più forte ma in realtà molto più fragile e insicura della sorella. Mentre Rossella è quella che fa tutto bene, Donatella è la combinaguai e questo ruolo si rispecchia nella maggior parte delle decisioni che prende d’istinto. Sembra avere il controllo su tutto ma – nella maggior parte dei casi – sono gli altri ad avere il coltello da parte del manico e a manovrarla come un bel burattino. Riuscirà a liberarsi dalle abili mani che muovono le sue fila?

Original Art by: @whimsicalillustration


Per quanto riguarda l’ambientazione è come un sogno: bello, crudele, inafferrabile, senza dubbio il punto di forza dei romanzi della Garber. Chi non vorrebbe entrare nel magico mondo di Caraval? Incontrare i suoi artisti e svelare i misteri celati dal gioco? E che dire di Legend? Una figura immersa nel mistero, chi non vorrebbe svelare la sua identità? 


Voto: 4,5


Voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti.

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